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Il progetto ha visto la partecipazione di 34 studenti del triennio, accompagnati dai rispettivi docenti, e ha toccato tre tappe fondamentali: Belgrado, Sarajevo e Banja Luka.
Particolarmente interessante l’incontro, tenutosi a Belgrado, con Saša Rakezić, in arte Zograf, uno dei più affermati ed apprezzati fumettisti europei. Dalla capitale della Serbia ci siamo poi spostati a quella della Bosnia Erzegovina, dove ci hanno accolti l’architetto Kanita Fočak e il generale Jovan Divjak. Ultima tappa Banja Luka, con una veloce visita a Jajce, luogo in cui nacque la Jugoslavia nel novembre 1943 e in cui ci siamo fermati a visitare un interessantissimo mitreo del IV° secolo. A Banja Luka abbiamo avuto l’occasione di un intenso incontro con Tihomir Dakić, che oltre a parlarci di tutela dell’ambiente ci ha raccontato come si vive nell’entità serba della Bosnia Erzegovina e quali problemi debba affrontare il cittadino comune nei rapporti con lo stato. Il giorno della partenza abbiamo incontrato anche l’associazione Zdravo da ste che si occupa dell’inclusione e del tempo libero di bambini e ragazzi.
Un’esperienza bellissima, questo primo viaggio di Isto Nebo: ragazzi provenienti da scuole e classi diverse che alla fine del viaggio erano un bellissimo gruppo coeso e interessato.
Ma forse la sorpresa più bella è arrivata qualche giorno dopo, quando Angelo Floramo, docente del Magrini Marchetti, vera anima di questo viaggio, ha inviato a noi e a tutti gli studenti partecipanti questo messaggio:
Carissime ragazzi e ragazzi del Balkan Konvoj… ho lasciato che oggi le immagini, gli odori, i sapori e le emozioni si sedimentassero, nel ritmo tornato usuale della casa, del lavoro: cose da scrivere, mail alle quali rispondere, scadenze da onorare, compiti da correggere. Ma non ci sono riuscito. Non mi avete lasciato andare. Come un ritornello le tante immagini tornate a tambureggiare ad ogni passo. I Balkani non ti lasciano. Non lo fanno mai. Penso che ve ne siate accorti tutti. I Balkani restano. E ora siete spacciati anche voi. Beh, volevo solo dirvi che mi avete fatto molti regali in questo nostro attraversamento tra polvere e cielo, fango e primavera, Čevapi e “imperatori” capaci di notturne sortite, civette fracassate e chilometri macinati. Ho avuto per l’ennesima volta la conferma che la scuola non può fare altro che suggerire. Dischiudere la porta. Il resto spetta a voi. Ci sono luoghi che le porte le spalancano, come quando un temporale improvviso si annuncia con una raffica di vento, scompigliando le carte, e anche le idee. E’ stato un privilegio potervi guardare, anzi, no, osservare, mentre lasciavate che gli occhi inghiottissero tutto, mentre tutto il resto inghiottiva voi. E me con voi. La sapientissima e illuminante guida dei nostri tre carovanieri, mai pedante, mai supponente, sempre appassionata, insostituibile, non ha fatto altro che tracciare la linea della mappa. Voi avete saputo fare il resto, che non è poco. Poesia e “cazzate”, allegria e malinconie, accenti strani, improbabili tane notturne, risate idiote e canti. Qualcuno scriveva, qualcuno fumava. Il click dell’obbiettivo. La matita sul moleskine. Un passo di danza improvvisato nel buio. Un rutto! La vita che scorre come i gorghi della Sava. Ma tutti, indistintamente vi siete lasciati “impollinare” dall’esperienza. Non buttatela mai viva, quella polvere. Cercatela nelle pieghe dei vostri vestiti. Meglio in quelle dell’anima, dove sarà humus di insospettabili meraviglie nei giorni che verranno.
Il vostro compagno di viaggio
Angelo